Due importanti e significative esperienze di cohousing, tra Toscana e Napoli. In Garfagnana si tratta di un “cohousing di paese”, come è stato chiamato e svolgerà una funzione fondamentale per contrastare lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione. Diciannove Comuni ridisegnano il loro territorio, grazie all’introduzione di sistemi residenziali innovativi ispirati a nuove concezioni di aggregazione e socializzazione, per garantire la coabitazione tra gruppi sociali eterogenei, con spazi comuni, locali per la didattica a distanza, postazioni per il telelavoro, locali per favorire la socialità e lo sviluppo di attività ricreative. In alcuni casi sono previsti anche ambulatori per la comunità e lavanderie. Non mancano nuove aree giochi per bambini, parchi sensoriali, piscine scoperte a servizio degli appartamenti, un parco pubblico attrezzato e inclusivo. A Napoli, da settembre scorso si progetta cohousing, con progetti di rigenerazione urbana per contrastare l’emergenza abitativa, ma con scopi ideali e sociali simili a quello toscano ovvero creare una città più coesa e partecipativa, capace di promuovere il benessere sociale attraverso forme di abitare solidale e modelli innovativi, per offrire soluzioni sostenibili e inclusive, volte a superare l’emergenza abitativa, insomma sull’inclusione. L’amica Assessore Laura Lieto – che collaborò, insieme a Michelangelo Russo a disegnare le strategie di pianificazione della zona costiera vesuviana, ai tempi del Patto territoriale del Miglio d’Oro – evoca la possibilità di creare un vero e proprio laboratorio di innovazione sociale e urbanistica, con un “modello che può essere replicato a livello nazionale per affrontare le sfide legate all’abitare sostenibile e all’evoluzione delle nostre città”. E dunque, potremmo provarci anche noi di Campania vision e progetti, a partire dall’imminente accordo con gli amici professionisti ed amministratori dell’Alta Irpinia, tanto per cominciare……
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