Si riflette sempre di più sull’incidenza del fenomeno del  burnout, che è ben più articolato di un “semplice” stress o di quello che chiamiamo genericamente “esaurimento nervoso”. Non è detto, infatti, che ogni persona che vive un periodo di forte stress sia in burnout. Contemporaneamente, da qualche tempo, tra molti studiosi e gli stessi lavoratori, circolano elenchi e descrizioni riferite alle  aziende dove si lavora meglio che sono note per la capacità di andare incontro alle esigenze dei dipendenti,  trattenere i talenti, migliorare la produttività, aumentare la fiducia e ridurre il turn over, che sono sensibili alla richiesta di flessibilità dei lavoratori, all’inclusione, dove si sa ascoltare i lavoratori.

Da questo punto di vista, particolarmente critica risulta la capacità delle aziende di sapere attrarre giovani talenti, in un contesto dove spesso si avverte  una sorta di incomunicabilità che incide anche nella ricerca del lavoro.

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